In 4.650 per la 22.SPORTFUL DOLOMITI RACE Paolo Bettini mette il sigillo sulla Sfida Olimpica pubblicato il 20/06/2016


In 4.650 per la 22.SPORTFUL DOLOMITI RACE

Paolo Bettini mette il sigillo sulla Sfida Olimpica
 
   
Il toscano Stefano Cecchini (La Bagarre) fa doppietta e vince  per il secondo anno consecutivo la 22. Sportful Dolomiti Race di Feltre coprendo i 204km di percorso con quasi 5.000mt di dislivell. Il meteo non gli fa fare il record ma il gradino più alto del podio arriva dopo 6h31’54” dopo un combattutissimo rush finale con Enrico Zen (Team Beraldo) che lo aveva ripreso in discesa dopo lo scollinamento dell’utima fatica di Passo Croce d’Aune. Gli sono valsi la vittoria gli ultimi 450mt di salita dello strappo di via MEzzaterra prima di raggiungere io traguardo di Piazza Maggiore. Terzo l’ex pro Mauro Facci (reduce da alcune vittorie altre granfondo), 2’31” il suo distacco dal primo. Miglior bellunese Nicola Cassol portacolori del Pedale Feltrino che è la società organizzatrice che ha chiuso settimo assoluto con il tempo di 6’43”30.
Tra le donne trionfo per distacco (di 28’) di Simona Parente (Somec-Mg K Vis) che ha vinto in 7h18’22 davanti alla compagna di squadra Odette Bertolin (7h46’) e Maria Cristina Prati (Team del Capitano) in 7h57’28. 
 
PERCORSO GRAN FONDO
Mi hanno dato il pettorale numero 1 perché ho vinto l’anno scorso e mi sentivo una pressione pazzesca – ha raccontato Cecchini – speravo ma non credevo di vincere, io ce l’ho messa tutta. Noi oggi abbiamo fatto tanta fatica ma credo che chi arriva dopo di noi, dopo 10 ore farà molta più fatica di noi e meritano loro il nostro applauso. Questa è una corsa che ti rimane nel cuore, anche se è molto dura e anche questa volta ho perso 5 anni di vita dalla fatica”. 
 
Ho perso la granfondo negli ultimi 300mt – ha detto Zen reduce dalla vittoria della Gran Fondo del Giro d’Italia di Cividale – ma Cecchini è stato il più forte, aveva più gamba e non si discute. Devo fare i complimenti agli organizzatori e ha tutti quelli che come noi hanno fatto il percorso lungo perché questa granfondo è molto dura e ti rimane per tutta la vita. Ma l’importante alla fine è sempre divertirsi, anche se non si vince come è successo a me oggi”.
 
Un trascorso da prof nella Fassa Bortolo, ma Facci oggi si è dovuto accontentare del terzo posto: “Oggi ho trovato ciclisti più forti di me e Cecchini aveva davvero una marcia in più in salita. Io ho fatto tutto quello che potevo, è andata bene lo stesso”.
 
IL MEDIO FONDO
Nel PERCORSO MEDIO (133km e 3050 mt di dislivello) vittoria (finalmente dopo una serie di edizioni come eterno secondo) per Luigi Salimbeni (Ciclo team San Ginese) che ha chiuso in volata su Fabio Cini(Genetik cycling) in 4h04’59. Terzo ad un battito di ciglia Matteo Cipriani (vincitore dell’edizione 2015) dell’Inifinity Cycling club. 
Questo ultimo strappo prima del traguardo mi da sempre tante emozioni – ha commentato all’arrivo Salimbeni, per la terza volta sul gradino più alto della granfondo di Feltre – la Sportful è la granfondo più importante per me e ci tengo molto. Dedico la vittoria a mia moglie che mi lascia fare lo sport che amo e fa tanti sacrifici con me”.
Prima donna per distacco nel MEDIOBarbara Lancioni (già vincitrice di tre edizioni della Sportful Dolomiti Race ma percorso lungo) che ha vinto per distacco con 4h28’26” su Astrid Schartmuller(Alpilatte) che ha chiuso dopo 4h35’47 e Marica Tassinari (Passion Faentina) in 4h41’10.
 
 
ALCUNI NUMERI
Come da tradizione la maggior parte degli iscritti ha puntato sul percorso Gran Fondo, malgrado l’elevato grado di difficoltà, consapevoli di portare a casa il ricordo di un’impresa. Solo 72 le donne che hanno puntato sul lungo che prevedeva la scalata di Cima Campo, Passo Manghen, Passo Rolle e Passo Croce d’Aune per un totale di quasi 5.000mt di dislivello.
LA REGIA
Dietro le quinte di questa granfondo un comitato organizzatore presieduto da Ivan PIOL e fatto di 14 elementi cui negli ultimi giorni si aggiungono circa 1.000 volontari dislocati nei diversi settori: 480 solo lungo i percorsi a sorvegliare gli incroci, 200 nei vari ristori e via dicendo.
 
PASSI CHIUSI: TUTTO FILATO LISCIO
Non ha creato intoppi di rilievo il blocco del traffico di 3 ore sul Passo Rolle che ha consentito di far correre in completa sicurezza oltre la metà dei ciclisti che sceglievano di fare il percorso lungo. E questo si è visto anche di riflesso sul numero e la gravità di interventi del servizio sanitario che non è dovuto intervenire che per qualche caduta autonoma di lieve gravità. Niente a che vedere con gli incidenti provocati dai motociclisti che nell’edizione 2015 avevamo mandato all’ospedale in gravi condizioni 5 ciclisti incolpevoli. 
 
UNA GRAN FONDO ALL’AVANGUARDIA E CHE GUARDA AVANTI
Mentre sono ormai collaudate le chiusure di 2 ore di Passo Manghen, Broccon, Gobbera e di 6 ore  dell’ultima salita a Croce d’Aune. 
Il nostro sogno nel cassetto sarebbe di arrivare alla chiusura totale per  tutta la granfondo per garantire la sicurezza di tutti i 4.650 partecipanti – ha commentato soddisfatto Ivan PIOL, presidente del comitato organizzatore che fa capo al Pedale Feltrino – sappiamo che è un’utopia ma noi ci proveremo lo stesso. Lo sta già facendo la Maratona dles Dolomites, anche noi abbiamo  le Dolomiti e quest’anno è stato fatto un lavoro capillare di informazione anche assieme all’Apt del Primiero e alle forze dell’ordine delle  Valli del Primiero e della zona del Rolle, i frutti si sono visti e ringraziamo tutti, anche la Provincia di Trento per la grande collaborazione. I disagi sono stati limitati. Il nostro obiettivo è diventare l’alternativa alla Maratona dles Dolomiti di Corvara. Le Dolomiti le abbiamo anche noi e il percorso che attraversiamo è assolutamente fantastico come dimostrano i numeri che abbiamo raggiunto.
Quest’anno abbiamo sperimentato anche il sistema di gps di cui abbiamo dotato tutti i 90 mezzi dell’organizzazione creando una centrale al traguardo che coordinava tutte le operazioni di soccorso, assistenza meccanica e sanitaria intervento con precisione e tempismo. Esperimento riuscito e che adotteremo di sicuro d’ora in avanti”.
 
LA STAFFETTA OLIMPICA
 
Grande spettacolo sul percorso Lungo grazie agli olimpionici che hanno partecipato alla Staffetta Olimpica, con la nuova formula che coinvolge atleti che hanno vinto ori olimpici in varie discipline nel tracciato più impegnativo della granfondo. Quest’anno erano in otto, divisi in due squadre,  che si sono alternati nelle diverse salite scalando ognuno un passo. Gabriella Paruzzi e Antonio Rossi su Cima Campo, Christian Zorzi e Pietro Piller Cottrer si sono dati battaglia sul passo Maghen, Rossano Galtarossa e Jury Chechisul Passo Rolle e la sciabolata finale è toccata a Silvio Fauner che ha dovuto cedere prima nella discesa di Passo Croce d’Aune dove il “grillo” Paolo Bettini ha tirato fuori la sua classe in discesa malgrado la pioggia e poi con un colpo di pedali ha tagliato il traguardo di Piazza Maggiore davanti a Pietro Piller Cottrer compagno di squadra di Fauner.
Hanno vinto i blu, portando a casa il trofeo in cristallo firmato dal maestro trevigiano Marco Varisco.
 
“Abbiamo preso l’acqua, il freddo, un po’ di sole, ma alla fine ci siamo divertiti molto. Un po’ a salsicce e birra, un po’ a coltelli, ma ci vogliamo bene e questo è il vero spirito olimpico” ha commentato al traguardo Bettini che ha portato al traguardo la squadra BLU formata con lui da Paruzzi, Chechi e Zorzi.
Sul palco scatta la bagarre tra i campioni. “Bettini è rimasto a ruota sfruttando il lavoro della nostra squadra” dice Fauner. Gli fa eco Piller Cottrer: “La sfida l’abbiamo vinta noi perché l’obiettivo era arrivare in quattro e di azzurri ne abbiamo visti solo due”. “E’ una staffetta e i compagni di squadra potevano scortare l’ultimo frazionista se ne avevano voglia” ha risposto Bettini. “La regola della Staffetta è semplice – ha replicato Rossi – vedere Jury bianco di fatica sul Croce d’Aune è stata la mia vera vittoria!”. Entusiasta la new entry del gruppo olimpico, Galtarossa: “Con l’acqua ci so fare e in discesa ho ripreso il puffo (inteso Chechi – ndr)”. Zorzi arriva ultimo al traguardo (dopo aver scalato tre salite su quattro…) e accusa i compagni di “averlo abbandonato come un cane”. Alla fine un brindisi e tra le risate generali la chiusura di Paruzzi: “L’obiettivo ora è rivederci nel 2017 per una nuova Sfida” .
 
A FELTRE DA TUTTO IL MONDO
Una granfondo che ha parlato molte lingue anche il cubano di Enrique Torres, il brasiliano di un gruppo di ciclisti di Rio de Janeiro che seguivano l’attore Rodrigo Hilbert, lo spagnolo degli amici di Underbike che arrivavano da Barcellona, il tedesco dei giornalisti della rivista Tour Magazine che hanno seguito la granfondo sui pedali (in entrambi i percorsi) e in moto. Solo per citare alcuni dei 500 stranieri che hanno preso parte alla festa di sport partita alle 7 da Feltre e conclusasi alle 19.30 con la maglia nera della granfondo: sono arrivati  4' prima della chiusura: Carmelo De Mariano di Milano e Giorgio Foschini e di Faenza accolti dal comitato organizzatore della Sportful Dolomiti Race schierato al completo e scortati dal camion scopa della granfondo. A loro la premiazione solenne con la consegna della maglia nera 2016.
 
VOCI UFFICIALI
Voci ufficiali della granfondo Luca Della Porta (a Passo Croce d’Aune e poi al traguardo), Paolo Mei e Paolo Mutton tra partenza e arrivo.   



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Foto
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